Sito denuclearizzato

venerdì 25 febbraio 2011

Interessanti percentuali sull'immigrazione

Uno degli interessanti cablo della diplomazia statunitense nei confronti dell'Italia, che Wikileaks ha reso pubblici nei giorni scorsi, tratta del rapporto Italia - Immigrazione Clandestina.
La redattrice del cablo (vecchio di due anni) è la Sig.ra Elizabeth L. Dibble, allora numero due dell'ambasciata USA in Italia ed oggi alla guida della sezione European and Eurasian Affairs del Dipartimento di Stato (quindi non proprio un funzionario di terza categoria, come l'aveva dipinta Berlusconi), che sostanzialmente esprime le sue forti perplessità nei confronti della politica sull'immigrazione del Governo italiano, denunciando un uso improprio e quasi criminale della televisione e di certa stampa allineata, per creare nell'opinione pubblica paura e tensione. Questi sentimenti, osserva la Sig.ra Dibble, rischiano di sfociare (ed in affetti sono sfociati), in sentimenti xenofobi, cavalcati dalla Lega di Bossi e da alcuni esponenti del Governo Berlusconi, che invece di dare risposte concrete ai flussi migratori preferiscono fare propaganda.
La Sig.ra XXXX fa notare un dato interessante: il Ministero degli Interni ha confermato che solo il 15% dell'immigrazione clandestina deriva dalle carrette del mare, mentre la stragande maggioranza dei non regolari è costituita semplicemente da gente arrivata in Italia con un visto turistico, e mai più allontanatasi dal territorio nazionale. Nonostante questi dati, continua la Sig.ra Dibble, il Governo italiano non ha mai fatto nulla per rendere le frontiere più sicure ed impermeabili, per migliorare ed accelerare le procedure di reimpatrio, tessere accordi diplomatici con i Paesi di maggior provenienza degli immigrati, o per aumentare i controlli agli aeroporti (ci rompono le palle per una bottiglia d'acqua, ma poi, a conti fatti, una buona percentuale dei clandestini entra proprio da lì), e ha invece preferito investire soldi (pubblici) e risorse (pubbliche) in una guerra di propaganda attraverso televisioni e giornali contro i disperati, che arrivano sui barconi.
Da questo le perplessità odierna della Dibble e della UE sullo spauracchio sollevato dal Ministro degli Esteri Frattini e dal Governo sul rischio invasione di carrette del mare a seguito delle guerre civili, che attualmente squotono Egitto, Tunisia e Libia.
Presidente Berlusconi, come risponde davanti al popolo italiano a tutto ciò?

Saluti

giovedì 24 febbraio 2011

Imbarazzante Silenzio

Prima non voleva disturbare il Dittatore in questa fase delicata e piuttosto tranquilla di transizione (almeno secondo lui), ora cavalca il vento della democrazia, e dichiara che Gheddafi è un pazzo che potrebbe bombardare l'Italia. Tuttavia, non arriva ancora una denuncia chiara ed ufficiale da parte del nostro Cavaliere Nazionale sull'operato del Tiranno Libico. E cioè che in Libia, a oggi, si stanno perpetrando violenze inaccettabili contro i manifestanti, che hanno l'unica colpa di protestare per un po' di libertà. Quella libertà che noi diamo per scontata e che qualcuno ha annesso al nome del proprio partito, in puro stile propagandistico. Quella libertà nel nome della quale si può accettare il bombardamento di una manifestazione, perchè ci sono da preservare contratti multimiliardari di forniture gas e petrolio, e c'è il timore di una rivalsa della religione islamica sulla cattolica.
A quanto pare, a modo nostro, siamo ancora in epoca di crociate.

Saluti

martedì 22 febbraio 2011

Il Medio Oriente Esplode e la Benzia Costa Sempre di Più

Dopo Egitto e Tunisia, ora è la Libia ad essere teatro di violente rivolte. Il popolo, stanco di regimi, dittatori e personaggi da operetta, sta urlando che non ne può più. La miglior risposta che il nostro Governo riesce a dare? Eccola: "Violenza inaccettabile". Ma chi affermava le medesime parole con la medesima forza, quando Gheddafi ed i suoi sgherri facevano sparire coloro che manifestavano contrarietà alla dittatura? Dov'erano quelle stesse persone, sempre pronte a schierarsi con il potente e a baciare le mani, quando era evidente che i diritti fondamentali dell'uomo venivano calpestati? Si nascondevano nei salotti migliori, fra grandi sorrisi ed abbracci, protetti da cordoni di sicurezza. Ecco dov'erano, come sempre nella storia.
Oggi si grida allo scandalo, più in Libia che in Egitto, perchè la Libia è terra di conquista per l'Italia. E non mi riferisco ai ridicoli tentativi del sogno colonialista del Duce, che ha portato solo morti e disperazione, ma delle grandi imprese private e statali, che in Libia costruiscono strade, infrastrutture, pozzi petroliferi, vendono barche e motovedette. Ecco allora che i diritti del Popolo, come sempre, cascano in secondo piano rispetto agli interessi della Borsa. Ci dicono "il prezzo della benzina salirà ancora, perchè in Libia c'è la Rivoluzione". Come a voler dire "Vedete che succede se protestate, se alzate la testa? il sistema vi stanga ancora di più".
Quindi testa bassa e lavorare, con il sogno di poter un giorno comprare l'auto più grande senza dover accendere un mutuo in banca.
Ma io dico che invece il Popolo fa bene a protestare, anche violentemente, se necessario. I nostri nonni partigiani non avrebbero purtroppo mai liberato l'Italia senza il fucile. Con questo non giustifico gli eccessi, ma non sono nemmeno più disposto ad accettare il ricatto: se la benzina costerà troppo andrò in bicicletta, tanto prima o poi il petrolio finirà.

Saluti

giovedì 17 febbraio 2011

Rosy Bindi candidato Premier? Perchè no!

Rosy Bindi candidato Premier? E' quanto ventilano, in maniera più o meno esplicita ed ufficiale, sia Nichi Vendola che Romano Prodi. La proposta sembra piuttosto allettante, non tanto per il valore di sinistra della potenziale candidata, ma per almeno due buone ragione: è donna (e per come sono percepite le donne oggi, nel nostro Paese, questo non può che fare bene alla Società), ed è per la laicità dello Stato. Aggiungo, a seguito di letture di "La Lobby di Dio" di Ferruccio Pinotti, cui mi sono già dedicato in un paio di occasioni, Rosy Bindi è avversa aComunione e Liberazione ed alla Compagnia delle Opere. Tant'è vero che alcuni esponenti del PD, soprattutto vicini a Veltroni, scossi dalla proposta di Nichi e Romano propogono a loro volta Mario Monti, come candidato Premier della coalizione, che dovrebbe sconfiggere Berlusconi. Quello stesso Mario Monti, ciellino, eletto a Eurodeputato nelle file del PdL. Spero si tratti di un brutto scherzo, o di un errore del giornalista di Repubblica che ha redatto l'articolo, ma sarebbe davvero curioso proporre un ciellino del PdL quale candidato Premier per sconfiggere Berlusconi.
Questa Società Pensante si schiera con deciso favore ad un'apertura verso la Bindi, per una coalizione di centro sinistra, che finalmente possa ritrovare la strada della politica e delle riforme. Proprio per questo si fa fatica a capire il gelo del PD, in primis di Bersani.
Ad ogni modo, per una volta mi trovo d'accordo con Ferrero, Segretario di Rifondazione: sì alla Bindi ma no a Fini.

Saluti

martedì 15 febbraio 2011

Se non Ora Quando? Chiariamoci

Ieri sera, durante i vari telegiornali che commentavano la Piazza di domenica, si ribadiva il fatto che "le manifestazioni non vogliono essere politiche". Perchè? solo perchè negli ultimi dieci, dodici anni, questa parola ha assunto significati pesantemente negativi grazie (o a causa) soprattutto del Berlusconi-Pensiero?
Un tempo, quando si faceva e si parlava di politica, questa parola assieme a sociale e cultura erano declinazioni di aspetti analoghi della vita comune. Non sinonimi, certo, ma vocaboli che si potevano e si dovevano muovere nel medesimo contesto. Per quale motivo, allora, adesso "politico" dovrebbe avere un senso talmente negativo, che addirittura una manifestazione di protesta dovrebbe vestirsi di un abito "non-politico"? forse sarebbe più corretto dire apartitico, ma non-politico mi pare proprio un non senso. Politica è quel che facciamo tutti i giorni, per la nostra società e per migliorare la nostra condizione, o quel che riteniamo giusto ed equo per una vita comune corretta e pulita. Politico non è lo stipendio dei parlamentari, nè le auto blu, nè i giochi di potere.
Se non torneremo a comprendere questo, ma continueremo ad affidarci passivamente a quel che ci propone (o propina) il leader di turno attraverso la televisione, non riusciremo mai a risvegliare le nostre coscienze.

Saluti

lunedì 14 febbraio 2011

Padova: Se non Ora Quando?

Ieri è stata la giornata delle manifestazioni. La giornata della Piazza che, dopo tanto tempo, torna ad essere protagonista quale radice comune di quella parte della Società, che non si riconosce nei valori da super macho del Presidente, che crede che le donne debbano avere pari diritti e dignità rispetto agli uomini, che coltiva alcuni valori fondamentali di uguaglianza e rispetto, ormai (dis)persi da una certa politica.
Io c'ero, con mia moglie, con mia figlia, con mia mamma e tanti tantissimi amici. Perchè la protesta è intergenerazionale, perchè speriamo che, sull'onda degli Stati Uniti prima e dell'Egitto poi (anche se non in maniera così violenta), si possa finalmente mettere la parola fine a quello stupro politico e sociale rappresentato da Berlusconi.
L'atmosfera era festosa, anche se pacata e, in un qualche modo, preoccupata. Sul palco di Piazza dei Signori si sono susseguiti interventi e musica, perchè è anche sulle note di qualche canzone che si può spiegare alla gente il proprio punto di vista. Ma quel che più conta, è che ieri non ci sono stati partiti. Appartenenze ideologiche sì, ma sigle e simboli no, a dimostrare che, al di là degli schieramenti, la gente può e vuole organizzarsi per migliorare questo nostro Paese offeso e vilipeso da anni di pessima politica.
Saluti

giovedì 10 febbraio 2011

17 Marzo: Festa dell'Unità d'Italia

Che squallore, Sig. Presidente del Consiglio, il Suo Governo non riesce a sembrare coeso nemmeno sulla festa per l'Unità d'Italia proposta per il 17 Marzo.
Prima tutti d'accordo, a parte la Marcegaglia (e questo ci può anche stare, da parte di un imprenditore), a festeggiare la proclamazione dell'Unità d'Italia del 17 Marzo 1861. Poi qualche leghista, precedentemente anestetizzato, resosi conto del lapsus ha iniziato ad inveire contro il Tricolore e la Repubblica, ricordandosi delle sue radici celtiche. A questo, con qualche giorno di ritardo, si sono aggiunti nell'ordine Calderoli e Bossi, il quale ha chiosato "In alcune zone del Paese la festa viene percepita in maniera differente". Ed anche questo ci può stare, da parte dell'esponente di un partito secessionista. Ma il dubbio che voglia solo rincuorare i suoi celoduristi, dopo il fallimento del Federalismo, è forte. E soprattutto è forte la frustrazione per un popolo italiano che riceve ogni giorno indicazioni diverse dagli esponenti dello stesso Governo: non c'è linea comune e tutto si traduce in una dichiarazione e nella sua subitanea rettifica.
Ultima in ordine temporale è arrivata la Gelmini, che dopo aver dichiarato scuole chiuse per il 17 Marzo, ci ha ripensato.
Ma le pare serio, Presidente del Consiglio? Lo Stato dovrebbe essere tale per tutti e non in balìa di schizofrenie tristi, di persone che non sanno più da che parte sbattere la testa.
Saluti

venerdì 4 febbraio 2011

Dispotismi di Regime

Come sempre chi governa questo Paese, crede di poter fare quel che gli pare, fregandosene delle Istituzioni e delle regole del gioco democratico.
E' successo di nuovo.
Dopo che la cosiddetta "bicameralina" (ma dove diavolo li tirano fuori 'sti nomi), aveva sostanzialmente fermato il federalismo fiscale, poichè la votazione si era conclusa in parità e quindi, secondo le regole, la proposta sarebbe dovuta tornare alle Camere per una discussione più approfondita, il Premier ha ben pensato di entrare a gamba tesa e promuovere comunque un Decreto Legge. Naturalmente questa era per lui una condizione necessaria per tenere buona la Lega ed evitarsi ribaltoni dell'ultimo minuto, tant'è vero che Bossi ha commentato "portiamo a casa il risultato". Della serie: poco importa come ci siamo arrivati, ma ci siamo arrivati.
La mossa del Cavaliere non è però piaciuta al Quirinale (per fortuna c'è ancora il Presidente della Repubblica), che è interventuo impedendo questo sciagurato iter.
Per quanto ancora dovremo sopportare questo andazzo? Questa sorta di morbida dittatura in cui, chi comanda, pensa di potersi permettere tutto quel che gli gira per la testa?
Ovviamente Berlusconi ha tuonato da Bruxelles contro un Paese "paralizzato dalle procure". Certo, quando sei allergico alle regole e non ti piace sentirti dire di no, t'incazzi con chi le regole le fa rispettare e cerchi di convincere il resto del Mondo, che tali regole non servono a nulla.
Vogliamo darci un taglio?

Saluti

martedì 1 febbraio 2011

Rivoluzioni dalla Terra di Mezzo

Ormai il Nord Africa è una polveriera pronta ad esplodere. La gente in piazza, in Egitto, dove continuano le manifestazioni di piazza e per oggi sono attese circa un milione di persone al Cairo, contro il Governo Mubarak e a favore di El Baradei, l'uomo dell'opposizione. Che questa rivolta sia colorata di islamismo a qualcuno farà tremare le gambe, ma forse la storia chiede il suo rendiconto. Un Presidente troppo vicino alle posizioni cattoliche, troppo vicino all'America, troppo vicino all'Occidente come Mubarak, in una terra di cultura diversa, alla fine non ha pagato. Un po' come i nostri reclamano le radici cristine dell'Europa, loro pretendono le radici islamiche del Nord Africa. Mi pare legittimo, soprattutto se visto in un ottica di multinazionali, fin troppo vicine a quel vecchio presidente che ha fatto più i suoi interessi, che quelli del Paese.
La storia si ripete e chiede, per l'appunto, il conto.
Speriamo che il vento di rivoluzione soffi un po' verso nord, sulle calde e torride saline sicule, attraverso la macchia mediterranea calabra, le discariche napoletane, i palazzi del potere romani, le colline toscane, il ricco nordest e l'inquinata Milano. Speriamo che questa voglia di novità investa anche noi e che si riesca, una volta per tutte, a chiudere un'altra brutta pagina di storia italiana.

Saluti