Sito denuclearizzato

domenica 29 novembre 2009

Sì alla Mafia

Come di consueto, negli ultimi anni, il messaggio che parte dalle cannoniere mediatiche del Premier e che lui, sapientemente, riprende ed usa come base di partenza per soliloqui in diretta televisiva (anche sulle famigerate reti nazionali), è il seguente: parlare della Mafia, della Camorra o della 'Ndrangheta non paga, non serve, ed anzi scredita il nostro Paese agli occhi del mondo.

Ed allora avanti con collusi eletti in Parlamento, avanti con candidati presidenti regionali con chiari e documentati legami con le cosche, e nel contempo tirate d'orecchie e minacce più o meno velate a chi scrive, informa e lotta tutti i giorni contro il Crimine Organizzato.
Perchè questo disegno? Perchè diffondere la cultura del silenzio, dell'omertá, del " Godiamoci la vita, tanto non cambierá mai nulla"? forse per il semplice motivo che tanti (troppi) personaggi illustri sono coinvolti e così, come la storia (che ormai sempre meno persone studiano, tanto non serve a nulla), insegna, i potenti parlano paterni al popolino, persuadendolo che alcune cose sono troppo grandi per essere intese e capite, e che tanto vale non preoccuparsene. Provano a convincerci che coloro i quali si interessano di certi fatti sono dei farabutti, dei cospiratori, che cercano addirittura la guerra civile, ed il popolino, in tutto questo, perde di vista la morale di base, e cioè che il malaffare è cosa da punirsi. Accettiamo sempre più spesso la squallida giustificazione che tanto fanno tutti così (come disse candidamente Mastella alle telecamere l'anno scorso, quando lui e sua moglie furuno indagati per favoreggiamento ed abuso d'ufficio, e a proposito che fine hanno fatto quelle accuse reiterate quest'anno?), e non ci rendiamo più conto di cosa siano anche solo la legalitá ed il rispetto delle regole, perchè se i potenti ed i nostri rappresentanti se ne sbattono, per quale motivo ce ne dovremmo preoccupare noi? In tutto questo contesto non pagare le tasse non solo diventa la norma, ma anche una pratica caldeggiata dal Premier, così come lo smantellamento dello Stato Sociale che tanto ha da dire sull'uguaglianza dei cittadini e sulla lotta al malaffare.

Saluti

venerdì 20 novembre 2009

L'oro Azzurro

So che il titolo di questo intervento è un trito e ritrito, ma rende sempre molto bene l'idea. Ovviamente l'oro a cui mi riferisco è l'acqua, nostra fonte di vita e, per questo, elemento che non dovrebbe essere appannaggio solo di coloro i quali se la possono pagare. Tema vecchio come il mondo, questo della privatizzazione dell'acqua, ma che fino a questo momento aveva visto l'Italia estranea a tentazioni di questo tipo (Tremonti, a dire il vero, ci aveva provato nella passata legislatura Berlusconi). Ora, non smentendo il suo senso per gli affari, il Premier annuncia il desiderio dell'esecutivo di privatizzare le reti idriche pubbliche. Motivo ufficiale? mancano i fondi per i lavori di intervento e risanamento.
Ciò che fino a oggi hanno gestito i Comuni (spesso e volentieri con comportamenti e risultati virtuosi), cadrà in mano ai privati. I Comuni saranno necessariamente soci di minoranza (questa è l'idea di fondo), mentre i soci di maggioranza saranno gli imprenditori di turno che, di conseguenza, detteranno legge sulle tariffe a cui rivendere l'acqua.
Faccio notare, che questa brillante idea deriva dal fatto che la rete idrica italiana è un colabrodo, con uno Stato assente da decenni e dei bilanci che, a oggi, non permettono alcun intervento sostanziale (si parla di 60 miliardi di euro di interventi). Certo, nemmeno questa è una novità ma, come tutti sappiamo, il caso di Meredith Kercher, l'omicidio di Cogne ed altre storielle analoghe fanno molto più audiance.
In Italia quasi il 37% dell'acqua potabile va perduta per falle della rete e ritengo che pensare di risolvere il problema con le privatizzazioni, con gli esempi che tutti noi abbiamo sotto al naso, sia un regalo alle solite lobby ed alle mafie, quest'ultimo fatto, determinato dalla necessità di dover eseguire gare d'appalto da zero.
Credo che noi, non solo come cittadini ma come esseri umani, dovremmo alzare la voce davanti a questo scempio e pretendere risposte ed azioni concrete, e non scappatoie che, alla lunga, si ripercuoteranno su di noi come ultimo anello della catena (vedi cosa accadde con la "Robin Tax" di Tremonti ai petrolieri... alla pompa i prezzi dei carburanti semplicemente aumentarono).
Sottolineo che la legge di cui parlo è stata approvata il 18 Novembre (v. articolo di Repubblica).

Saluti

mercoledì 18 novembre 2009

Influenza Suina?

Anche quest'anno, come ormai di consueto, è arrivato l'allarme influenza. Questa volta con particolare insistenza, con proclami e notizie che si susseguono su radio e televisioni, con gli esperti di turno che, fin da Settembre, parlavano di pandemia. Come di consueto, ma con un accento in più.
Pare che la suina, la cosiddetta H1N1, sia particolarmente aggressiva e contagiosa. Pare che si possa morire, per colpa di questa influenza. Nel giro di un mese scarso arriva in Italia il vaccino, gestito dai militari, inizialmente in circa 4 milioni di dosi, prevalentemente per operatori sanitari, donne in cinta, bambini, soldati ed operatori della difesa nonchè forze di polizia.
I primi dati parlano chiaro: 8 operatori sanitari su 10 non si vaccineranno.
Un mesetto fa capito per caso sui faccioni di Sacconi (Ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali), del suo vice Fazio e di un non ben identificato farmacologo. Tutti concordi: il vaccino va fatto, assolutamente. La domanda per loro, in diretta, è stata: "Ma Lei si sottoporrà al vaccino", con un certo tono di speranza da parte dell'intervistatrice, che forse, essere umano, chiedeva sicurezza. "No", è la risposta lapidaria, "perchè io sono anziano, e gli anziani non corrono rischi". Risposta lapidaria e forse corretta, ma non certo tranquillizzante per milioni di persone preoccupate.
Un paio di settimana fa parlai con un amico, odontotecnico, il cui padre, medico, si è sottoposto al vaccino per prudenza, lavorando in un settore a rischio. Dopo la somministrazione è stato tenuto in osservazione per mezz'ora, così come tutti i suoi colleghi. Perchè? c'è il rischio che il vaccino sia pericoloso? si dice contenga mercurio e squalene, sostanze tossiche, tesi confermata anche da un altro mio amico, ortopedico, che non si è vaccinato.
Il Berliner Zeitung (riporto quanto trovato in rete), ha seminato il dubbio: il Governo tedesco avrebbe infatti comprato 50 milioni di dosi di vaccino Pandemrix della GlaxoSmithKlein per la gente comune, mentre per il Govenro e le forze militari sarebbero state acquistate 200.000 dosi di Celvapan della Baxter. Il primo vaccino contiene mercurio e squalene (nell'ordine di 10 mg dose), mentre il secondo non contiene nè l'uno nè l'altro.
In Svizzera il vaccino è stato ritirato, perchè pericoloso. Negli USA le dosi ordinate non contengono squalene, che per altro è contenuto in dose minore anche nel tradizionale vaccino anti influenzale. Questo ovviamente non elimina i dubbi, visto che il vaccino tradizionale non andrebbe somministrato alle donne in cinta.
Non ultime le morti: a parte la pubblicità che se ne fa (credo che sulle strade muoiano più persone e che l'influenza tradizionale ne uccida di più), ogni volta che ci scappa il morto si tratta sempre di persone con precedenti clinici gravi.

Questo quel che so e che metto sul piatto, per alimentare la discussione.

Saluti

martedì 17 novembre 2009

Crisi di Governo?

Mentre a Roma si è svolto il vertice della FAO, la situazione politica interna resta incandescente, e come sempre tutto ruota attorno a Fini ed alle sue posizioni.
A parer mio è solo questione di tempo.
Non nutro false speranze, mi rifaccio solo ai fatti ed al retaggio culturale di Fini e dei suoi. Il Presidente della Camera è infatti un politico, diciamo "vecchia scuola", e come tale ha e cerca prospettive politiche alle azioni svolte. A differenza di Berlusconi, che invece vive alla giornata con la filosofia del "tutto e subito". Lo stesso PdL è un partito politico da quando c'è stata la fusione CdL con AN, poichè Berlusconi prima era appoggiato da un "movimento" politico, e non da un partito. Quindi, quando Fini dichiara in televisione, davanti alla Annunziata, che lo scioglimento delle camere per le elezioni anticipate è una cosa che compete al Presidente della Repubblica e non al Capo del Governo, dice apparentemente una cosa ovvia, ma che fa accapponare la pelle di Berlusconi, da sempre allergico alle regole della vita istituzionale.
Le elezioni anticipate sono e restano però un terreno minato, primo perchè il Premier non è affatto sicuro di poterle vincere, e secondo perchè non avrebbe più la possibilità di tentare il Ddl sull'accorciamento dell'iter giudiziario dei processi, e quindi di cercare una copertura definitiva verso i processi a suo carico.
E proprio il Ddl sui processi brevi pare essere la potenziale miccia dell'esplosione del Centro Destra. Alcuni falchi di Berlusconi dichiarano infatti che, se il Ddl non venisse approvato e varato entro Natale, significherebbe che l'avventura del PdL è fallita.
D'altro canto Fini ha già chiarito che questo tipo di riforme non si fanno a colpi di maggioranza.

In tutto questo, il centro sinistra discute (battibecca) sulla partecipazione o meno al NO B. Day. Come dire: siamo alla frutta.

Saluti

venerdì 13 novembre 2009

Liverpool's Merseyside


Anche oggi, di cose da dire, ce ne sarebbero moltissime, in primis il nuovo ddl "colpo di spugna", che si ripropone di avbbreviare i tempi dei processi: se in due anni non si arriva ad una soluzione per il primo e gli eventuali successivi gradi di giudizio, finisce tutto in prescrizione. Questo, ovviamente, vale per tutti i processi tranne per quelli che vedono, quali imputati, gli extra comunitari. Come dire: garzie Premier e grazie Bossi!!!
Ma come ormai nell'ultima settimana, non voglio parlare di queste cose, e concentrarmi invece sulla collettiva fotografica alla quale parteciperò, e che verrà inaugurata a Padova, questa sera alle 20.
Vi lascio un'altra delle foto esposte. Si tratta del Mersey, il fiume di Liverpool, dove ho vissuto per quasi un anno nel 2006 per motivi di lavoro. Una città strana, piena di contrasti, e forse proprio per questo bella da fotografare.

Saluti

mercoledì 11 novembre 2009

Death of Dreams


Scusate se batto il chiodo, se per una volta non parlo dei mali del nostro Paese e del mondo, se oggi non ho voglia di scagliarmi contro Berlusconi o D'Alema, ma mi gira solamente di pubblicizzare la collettiva fotografica alla quale parteciperò e che aprirà i battenti venerdì prossimo.
Vi lascio la foto che trovate in locandina, un piccolo pensiero per tutti quelli che, almeno una volta nella vita, hanno visto morire i loro sogni.

Saluti

martedì 10 novembre 2009

Mafia e Camorra? Che volti hanno?

Questa settimana mi ero ripromesso di starmene buono buono, e parlare solamente della mia mostra fotografica venerdì prossimo (qui il mio intervento a tal proposito), ma alla notizia della richiesta di rinvio a giudizio per Nicola Cosentino, vice segretario all'Economia, parlamentare del PdL ed ora anche probabile candidato alla Regione Campania, mi si è accaponata la pelle.
Vogliamo dare un volto a questo personaggio che prende ogni mese i nostri stipendi sommati, ha collusioni con la camorra e se ne sta seduto nel nostro Parlamento? eccolo qui a fianco, in un bel primo piano.
Complimenti Onorevole Cosentino, bell'esempio di come si può sfruttare il potere e di che cosa possono fare i soldi. Quando poi alcuni suoi colleghi urlano contro Saviano, e gli consigliano di farsi un po' più i fatti suoi, che a parlare di Camorra non se ne cava nulla di buono, beh allora sì vorrei trasformarmi in Ghost Rider e abbrustolirvi il culo a tutti quanti.

Saluti

lunedì 9 novembre 2009

Mostra Fotografica a Padova

Sfrutto per una volta il mio spazio, per promuovere una mostra fotografica organizzata da mia sorella in un locale di Padova, il Kolar. Si tratta di una collettiva, che raccoglie quattro giovani fotografi non professionisti, fra cui il sottoscritto.
Presenterò dei bianco e nero in formato 50x70 cm, a soggetto misto.
Chiunque fosse interessato, l'inaugurazione avrà luogo venerdì 13 alle ore 20 e la mostra resterà in piedi fino a Natale.

Saluti

mercoledì 4 novembre 2009

9 Novembre 1989: 20 anni dopo

20 anni sono passati dalla caduta del Muro si Berlino. Io avevo 11 anni, avevo iniziato il mio viaggio nell'atletica leggera (tutt'ora attivo), da un paio di mesi, e se devo dire la verità mi ricordo ben poco di quei momenti. Rammento i miei genitori davanti alla televisione, rammento di aver percepito una scossa diffusa, uno di quei sentimenti che si registrano per le grandi occasioni, ma che per i bambini sono cosa ancora sconosiuta. Così come è sconosiuto, ai piccoli, quel prepararsi emotivo fino all'esplosione finale. Lo si collega solamente ai regali di Natale, o al compleanno.
Il Muro è crollato perchè i tempi erano mutati. Gorbaciov aveva iniziato il suo percorso con Perestrojka e con Glasnost, mentre già da quasi dieci anni Lech Walensa combatteva in Polonia contro il regime comunista con la sua Solidarność. In Romania era ancora saldamente insediato Ceausescu e a Piazza Tienanmen la strage si era consumata solo da qualche mese.
Tempi di grandi mutamenti, che dopo 20 anni hanno molto da insegnare perchè la loro spinta culturale non è ancora terminata. Perchè, oggi, ancora molti (troppi) parlano di muri, di chiusura delle frontiere, di combattere con le armi invece che con le politiche sociali.
Io sono stato a Berlino nel 1991, in occasione di una vacanza studio in Germania di due settimane. I miei ricordi, anche in questo caso, sono confusi. Una città grigia, con ancora le strade della zona Est "sgarrupate", direbbero nel nostro meridione, con torrette di vedetta ben visibili e presenti, fantasmi di cemento che si stagliavano contro la pianura monocromatica. La giornata era nuvolosa, buia. Le zone interne della città erano profondamente differenti, fra est ed ovest, in quel modo spiegabile solo vedendole: le parole non rendono.
Nel complesso mi aveva trasmesso un sentimento poco gradevole. Non mi era piaciuta granchè.
Sono tornato a Berlino altre 3 volte con amici conosciuti in Germania e dopo un Erasmus di quasi due anni a Stuttgart. Ho imparato a conoscere quella città che aveva rappresentato, per decenni, il simbolo dell'esclusione e dello sciacallaggio dei potenti, il cuore della Seconda Guerra Mondiale e del Nazismo, ma anche il profondo sentimento di una rinascita sulle ceneri di un passato vergognoso, con il quale i tedeschi hanno imparato a fare i conti e dal quale prendono le distanze in maniera assoluta.
Cosa che non fanno gli italiani con il fascismo e le loro vergogne.

Saluti